domenica 17 aprile 2011

Lots of love.

You have no idea how much I love you.
No, I mean really, you have no idea how much I do.
I've come to a point where you've just became a part of me, I know it sounds weird, but I mean in my heart.
It's like you've set a home in my heart and you were keeping me warm and full of life.
If you were to leave I'd just be cold and vacant inside. You really mean everything to me and I mean that with every cell of my body. I'm really madly, and deeply in love with you.
And I promise, this feeling will never go away.
I really really really love you.

sabato 16 aprile 2011

Painful memory

L’acido cloridrico presente nel nostro sistema digestivo è così corrosivo che può sciogliere un chiodo. In altre parole, dentro di te c’è qualcosa per smaterializzare il metallo solido. Perché, allora, trovi così difficile concepire la possibilità di vaporizzare un ricordo doloroso?

giovedì 14 aprile 2011

Monologo.

Vedi, una volta detto e fatto tutto l'unica cosa di cui puoi essere sicuro, l'unica cosa su cui puoi contare sul serio, a questo mondo, è che non sai mai un cazzo. Scommetto che l'ultima cosa che ti passava per la testa mentre ti allacciavi le scarpe stamattina era che probabilmente, alla fine della giornata, di questa giornata, quelle stesse scarpe sarebbe state slacciate da un medico legale.

El hombre araña.

Las caras de Vogue son los mitos de hoy
actores tan perfectos nuestros unicos heroes.

mercoledì 13 aprile 2011

A mouth is like a...

One's first impulse is to kiss what? To kiss the lips. 
Firm delicious lips, sweet lips. 
Surrounding a warm, moist, dizzyingly scented mouth. That's what everyone wants to kiss.
Not a toe. Not a sea slug. A mouth. 
And why do you think that is, stupid? 
Because the mouth is the twin sister, the almost exact look-alike of the what? Not the toe. The mouth is the twin sister of the vagina. And all the creatures big and small seek the orifice. 
The opening. To be taken in, engulfed. To be squeezed and lovingly crushed by what is truly, the all-powerful, all-encompassing. Now, if it's design you're concerned with hidden meanings, symbolism and power, forget the top of Mount Everest. Forget the bottom of the sea, the moon, the stars. There is no place, nowhere, that has been the object of more ambitions, more battles that the sweet, sacred mystery between a woman's legs that I am proud to call my pussy.

Cantico di Salomone

Baciami con i baci della tua bocca
poichè le tue carezze sono migliori del vino,
il suo frutto è dolce al mio palato.
La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra m'abbraccia.
Tutta bella sei tu, amica mia.
Tutta bella sei tu.
Le tue labbra somigliano a un nastro di porpora,
i tuoi occhi attraverso il tuo velo
somigliano a quelli delle colombe
e graziosa è la tua bocca.
I tuoi seni sono due cerbiatti gemelli
di una gazzella che pascolano tra i gigli
e il tuo ombelico è una coppa rotonda
ove non manca mai vino profumato
e il tuo ventre è un mucchio di grano
circondato da gigli;
ne siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il tuo palato vino squisito.
Aprimi, colomba mia
poichè il mio capo è bagnato di rugiada
e i miei riccioli di gocce notturne.
Vieni, vediamo se la vite
ha messo germogli,
se il suo fiore s'apre,
se fioriscono i melograni.

Song of Solomon.

Let him kiss me with the kisses of his mouth
for thy love is better than wine.
His fruit was sweet to my taste,
his left hand is under my head
and his right hand doth embrace me.
Behold thou art fair, my love,
behold thou art fair.
Thy lips are like a thread of scarlet,
thine eyes are as doves behind the veil
and comely is thy mouth.
Thy two breasts are like fawns
feeding among the lilies,
thy navel is like a round goblet
wherein no mingled wine is wanting,
thy belly is like a heap of wheat
set about with lilies.
Let thy breasts be as clusters on the vine
and thy mouth like the best wine.
Open to me, my dove,
for my head is filled with the drops
of the night.
Come my beloved,
let us see if the vine flourishes
and the tender grapes appear
and the pomegranates bud forth.

venerdì 8 aprile 2011

Ricordi d'un'estate ormai andata pt. 1

Erano le cinque e mezza d'una giornata calda d'agosto.
Stavo davanti allo specchio a passarmi l'eyeliner nero sugli occhi. I vestiti gli avevo già indosso. Salutai mamma e mi preparai a correre in strada, verso la stazione.
Là avrei preso il tram che mi avrebbe portata nel paesino dove si sarebbe svolto il concerto che aspettavo da due settimane.
Mentre correvo come una forsennata verso la stazione, col cellulare scrivevo alla amica che mi avrebbe accompagnata, ovvero D.
Arrivata in stazione, mi accorsi che lei non c'era ancora e subito mi prese una gran ansia. Iniziai ad agitarmi e a pensare che forse non sarebbe giunta in tempo per prendere il tram.
Alle 6 meno 5 finalmente arrivò e poco dopo anche il tram.
Salimmo. Appena ci sedemmo sui comodi sedili blu ecco che subito iniziò a parlare dei suoi eccitanti flirt. Io fingevo solo di ascoltarla, ma in realtà nella mia testa pensavo a come poter scacciar via l'ansia che mi teneva ancora prigioniera. Ah, sì, per la cronaca ero agitata perchè avrei visto anche quella sera la persona che mi fa battere il cuore ancora tutt'ora.
Dopo circa 20 minuti di tram arrivamo al paese prima della nostra metà (il tram infatti non arrivava fino alla nostra destinazione) così c'incamminammo verso il paesello.
La strada che percorrevamo era uno splendore; attraversava grandi distese d'erba, i boschi erano vicini e l'aria era pura e il sole guardava giù su questo splendido paradiso. Ero raggiante e piena di felicità, l'ansia si stava un po' placando.
Arrivammo a destinazione all'incirca verso le 7 così io e D. andammo a comprare sigarette.
Due ore dopo circa andammo nel bar dove era già in corso il sound-check e qui incontrammo i nostri amici; c'erano proprio tutti, perfino gente del mio paese.
Mi sedetti su un muro piuttosto basso e come in un sogno apparve lui: era davvero molto bello quella sera, più del solito sicuramente. Indossava la sua camicia a quadri rossa, quella che io adoravo. Venne da me e mi chiese se ce la avevo fatta ad arrivare e io tutta contenta gli risposi che sì, ce l'avevo proprio fatta.
Poi si staccò da me e andò con gli altri a divertirsi e a pogare con il gruppo che stava suonando.
Capii subito che qualcosa non stava funzionando a dovere; infatti mi aveva lasciata là cosa che prima non aveva mai fatta.
Mi salii subito una gran tristezza e rabbia. Non riuscivo a capire il suo comportamento.
Nel frattempo D. mi domandava che cavolo mai c'avesse lui, io rispondevo a monosillabi tanto ero arrabbiata.
Quando il primo gruppo finì di suonare mi diressi con gli altri a bere in un prato. Volevo veramente sbronzarmi per potermi almeno un po' divertirmi.
All'improvviso però fui interrotta proprio da lui che arrivò e si sedette vicino a me, sotto a un albero.
Il vino stava girando fra noi, mentre le sigarette erano già nelle nostre mani.
Nonostante fossi parecchio incavolata, ugualmente non potevo fare a meno di guardarlo quando lui non stava a guardarmi e pensavo a quanto fosse bello con quell'aria tranquilla e serena di chi si sta divertendo molto.
A un certo punto, non so dire se fosse per l'effetto del vino che a poco a poco stava salendo o se fossero i miei occhi che vedevano la sua faccia sempre più vicino a quella della sottoscritta; ci fu una frase sussurrata, i nostri corpi in piedi pronti per stare un poco soli.
Così c'incamminammo lungo una strada sterrata a qualche metro di distanza dall'albero e dal prato. Trovammo un muretto, ci sedemmo e sentii subito una gran emozione in corpo e un gran rossore in viso.
Eravamo vicini, troppo vicini.
In un attimo ci ritrovammo con le labbra le une sulle altre, gli occhi chiusi ed abbracciati fortemente.
Era la più bella sensazione del mondo ed inutile dire che il mio umore era alle stelle.
Ero in estasi, avrei voluto che quel attimo non finisse mai.
Come al solito però la sfiga era dalla mia, infatti quel momento durò veramente pochi attimi, fin quando lui mi disse che doveva tornare a casa.
Ero un po' amaeggiata, ma comunque serena perciò lo salutai ed aspettai che papà venisse a prendermi.

giovedì 7 aprile 2011

Cannot forget.

Dopo aver bruciato tonnellate di cose tue, non riesco a ricordarmi di ditementicarti.

La gente parla.

"Ti amo tanto come sei
per le incertezze che mi dài
perchè sei il mio portafortuna,
perchè sei il vento e poi la luna.
La gente parla dei tuoi modi strani
camice che non t'abbottoni,
la gente parla delle tue canzoni
dei fiori scritti sui tuoi pantaloni
la genta parla, non è mai annegata nei tuoi sogni fragili,
nello spazio immeso nei tuoi occhi limpidi.
Libera senza più limiti
con il corpo che s'illumina,
libera vicina a un angelo,
la tua mente vola via altissima su me.
La genta parla e ci fa del male,
la gente è un po' convenzionale,
la gente parla se ti scopri il petto
e poi t'immagina nel suo letto,
la gente parla ed a fari spenti nella nebbia
neanche sa che la maldicenza fino al cielo non ci va.
Libera senza più limiti,
tu non provi mai vertigini,
libera vicina a un angelo,
la tua ombra su di noi
oscura il sole, vai.
Libera da ogni limite,
tu non provi mai vertigini,
libera vicina a un angelo,
con il corpo che s'illumina
libera senza più limiti."

Una bellissima canzone di un gruppo sardo degli anni '70/'80, i Collage.

Ho commesso un errore.

Vi ricordate della mia sfuriata dell'altro giorno? Quella dal titolo "Fuck off"?
Ebbene ho proprio sbagliato tutto.
Il giorno dopo il mio fraintendimento la ragazza in questione cioè L. mi ha scritto in chat su Facebook dicendomi che non devo assolutamente farmi paranoie riguardo al fatto che aveva taggato quel deficiente, che lei lo ha fatto solo per "sfotterlo" un po'.
Poi mi ha anche detto che dovrei riprovare nuovamente ad andarci a parlare e a provare a risolvere il problema, ma il problema è che lui non ne vuole sapere, non ha il coraggio di affrontarmi poichè teme una mia reazione negativa (ma che cazzo pretende che sia positiva?) ed io non posso certo costringerlo a parlare contro la sua volontà. Cazzo che situazione di merda!
Comunque L. mi ha anche detto che lui non mi merita e ch'è davvero uno stupido visto che si lascia influenzare così fortemente da persone che in realtà lo usano solo per i loro porci comodi e che sono molto furbe da non farsi sgamare.
Mi ha anche detto che io merito di meglio e che prima o poi lo stronzo si renderà conto di quel cha ha combinato e di ciò che ha perso e di quanto ha perso.
Io putroppo, paranoica come sono, invece penso che lui non si renderà mai conto e che probabilmente diverrà ancora più stronzo di quel che è già, anche se be' ovviamente spero nel contrario.
Ad ogni modo penso di essermi sbagliata a criticarla in maniera negativa, eh che, come ripeto sono paranoica per natura e penso subito male, ancora prima di pensare bene.
Sì, dovrei migliorare questo aspetto, cercarmi di non farmi tutte queste "seghe mentali", ma ahimè, ancora non ci riesco. Mi dispiace.
In conclusione, mi ha fatto veramente bene parlare con lei, si è dimostrata molto disponibile nei miei confronti.

martedì 5 aprile 2011

True Romance

"I had to come all the way from the highway and byways of Tallahassee, Florida to MotorCity, Detroit to find my true love. If you gave me a million years to ponder, I would never have guessed that true romance and Detroit would ever go together. And til this day, the events that followed all still seems like a distant dream. But the dream was real and was to change our lives forever. I kept asking Clarence why our world seemed to be collapsing and things seemed to be getting so shitty. And he'd say, "that's the way it goes, but don't forget, it goes the other way too." That's the way romance is... Usually, that's the way it goes, but every once in awhile, it goes the other way too."

Patricia Arquette (Alabama) in "True Romance" (1993)

Fuck off.

Evviva! Mi è tornata adosso la crisi.
Ma anche tu, Izzy, pensavi davvero che ti fosse passata? No di certo.
Ormai sono quasi sette mesi che sono in queste condizioni, che sono costretta a sfogarmi qui, su questo blog di cui nessuno quasi è a conoscenza dell'esistenza.
Ma perchè mi chiedo io, perchè cazzo sono così dannatamente ipersensibile?
Lo detesto! Odio essere sensibile dal momento che di me non frega un cazzo a nessuno.
Ma perchè, perchè quale stupida ragione io sto ancora così male?
Perchè non riesco a distrarmi? Perchè non riesco a dimenticare? Perchè non riesco ad andare avanti, a passarci sopra come la maggior parte della gente sa fare? Perchè devo appartenere a quella minoranza che subìsce solo sofferenze e nessuna felicità? Perchè non posso essere felice anch'io? Perchè cerco così disperatemente di stare vicino a persone che se ne fregano di me? Cos'ho che non va?
E ora è arrivata l'ennesima fregatura, l'ennesima delusione, l'ennesima inculata.
A quel gran coglione di cui sono ancora (purtroppo) innamorata piace una mia amica. Ebbene proprio tal persona mi ha detto che secondo lei questa è una tattica organizzata da lui per farmi ingelosire, ma lei non capisce che a lui di me non frega proprio un cazzo e diciamocelo non gli è mai fregato un cazzo neanche quando stavamo insieme. Era solo un'arte recitativa la sua. Chiaro come il sole.
Ma adesso sono fortemente convinta che anche a suddetta persona piaccia lui, infatti su Facebook (sì, il famoso social network) lei lo ha taggato in un post e ora quel coglione si monterà la testa come sa fare.
Ma vaffanculo. Sì vaffanculo a te deficiente che non sei altro, vaffanculo a te che mi dicevi che non ti importa nulla di lui. Grazie eh, grazie gente del cazzo.

venerdì 1 aprile 2011

Poème d'amour.

"Non posso esistere senza di te.                                            
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te."

Scritto da John Keats (1795-1821)